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Mostra "un cucchiaio d'acqua" prima dei referendum 12-13 giugno 2011

Invito alla mostra "un cucchiaio d'acqua" prima dei referendum 12-13 giugno 2011

Comunicato Stampa
IN UN CUCCHIAIO D'ACQUA
Sculture di Luca Prandini

10 – 26 giugno 2011
Galleria Maison Olivier – Parma


La stringente attualità delle problematiche connesse all'acqua (Referendum 12 e 13 giugno 2011, emergenze ambientali ecc.) e la centralità di essa nell'etica e nell'estetica del vivere sono all'origine di un progetto espositivo originale e interattivo dal titolo IN UN CUCCHIAIO D'ACQUA. Il progetto, che si è sviluppato nelle sue due precedenti fasi in altrettanti luoghi espositivi (Suzzara, Reggio Emilia), perché concepito come un percorso, anzi un corso d'acqua, giunge alla sua tappa culminante nella città di Parma, negli spazi della Galleria Maison Olivier, a due passi da Palazzo della Pilotta.
Come nelle precedenti sedi espositive del progetto, anche a Parma sarà possibile vedere le sculture e le grafiche di Luca Prandini presentate dal critico d'arte Mauro Carrera.
Esclusivamente per questo progetto è stato realizzato un prezioso libro d'artista in tiratura limitata con testi di Carrera, Prandini, una xilografia originale dell'artista, un CD audio con musiche originali di Luca Antolini.
L'evento è inserito nel programma del PARMAPOESIA FESTIVAL 2011

VENERDÌ 10 GIUGNO
ore 18.00, VERNICE della mostra con presentazione del critico d'arte Mauro Carrera
a seguire reading di Pierluigi Tedeschi su testi di Camilleri, Carrera, Dadomo, De Luca, Prandini, Szymborska e le musiche originali di Luca Antolini. Sarà presente Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia Romagna

SABATO 18 GIUGNO
nell'ambito del PARMAPOESIA FESTIVAL 2011
ore 18.00 reading di Pierluigi Tedeschi su testi di Camilleri, Carrera, Dadomo, De Luca, Prandini, Szymborska e le musiche originali di Luca Antolini.
ore 20.00 performance dell'acrobata Elena Burani

Sabato 11 giugno apertura serale straordinaria in occasione de "La notte degli Artisti 2011"

Galleria Maison Olivier, via Bodoni 1/d PARMA
www.maisonolivier.com
email : laura@maisonolivier.com
tel e fax 0521/504407 mobile 00393386076886

Per informazioni e contatti:
www.lucaprandini.com email: limure@libero.it

(…) Cucchiai d'acqua immobile, albumi rappresi di marmo, quasi gelidi flan, dolci al cucchiaio perfettamente levigati, questi lavori sono sorprendenti per ideazione e realizzazione. Con Luca Prandini, la scultura sembra essere ritornata ad una perfetta mimesi della natura. Le sue opere restituiscono tutta la fluida bellezza del secondo stadio della materia. A lui e a pochi altri riesce l'ardua missione di riprodurre in marmo la sostanza delle sue declinazioni più leggere e impalpabili. C'era riuscito Giuseppe Sanmartino, ma qualcuno aveva addirittura evocato l'alchimia. Ma in Prandini non c'è malizia esoterica, piuttosto empatia naturale, mestiere, pazienza.
Con una sinestesia rimbaldiana, tra l'ossimoro e l'allucinazione, mi piace accarezzare i "liquidi marmi" di Prandini. Tangenti cerchi concentrici, il parachor inattingibile, il rimbalzo armonico del liquido che infrange la tensione superficiale e sfida la gravità; sono queste le visioni che da effimere l'artista rende marmoree, conservando tuttavia la drammatica fragilità del momento.
La scultura di Luca Prandini ha un che di sollevante. Il freddo del marmo si umanizza e diventa il fresco dell'acqua, diviene un fotogramma, la liquefazione della pietra, quello che costa una fatica infinita levigare. Che pena lisciare un'idea; ché un'altra ne urge! E poi un'altra e gli altri non capirebbero… Luca ha pazienza, quanto basta, e giovane età. Non è ansioso di mostrare, ma di fare, di creare gocce di mondo, mondi di gocce.
Piccoli gioielli, dicevo, le sue opere paiono attimi riflessi nel tempo, rimbalzi innescati e non controllati. Due sono gli spettacoli (orridi e meravigliosi): quello dell'acqua è uno. L'alpha e l'omega, la goccia di rugiada e l'onda anomala, la conditio sine qua non dell'esistenza. Un rubinetto mal chiuso in una bacinella, tloc. Un sasso in uno stagno, plunf. Schizzi da una gronda malmessa in una pozzanghera.
Per un cercatore di bellezza, trovare ogni tanto qualcosa è un sollievo. Le sculture grondanti di Luca Prandini dissetano.
Mauro Carrera

Le memorie dell'acqua

Se il nostro pianeta non fosse di quell'azzurro – che con gli occhi invece cerchiamo sopra le nostre teste – e l'acqua non esistesse, essa esisterebbe lo stesso e sarebbe l'invenzione di uno scrittore di fiabe o di storie fantastiche. Ché chi ci guarda e scrive di noi, ama le fiabe e le storie fantastiche.

Un sabato mattina di primavera, una giovane mamma, seduta sulla panchina di un giardino pubblico, lo guarda bimbo fra altri bimbi. Le corre incontro: ho sete! Ella lo prende tra le sue braccia e lo accosta allo zampillo di una fontana. Gli deterge la bocca, gli bagna un poco il visetto accaldato e nel riposarlo al suolo non fa in tempo a dirgli niente, ché è già volato via rondone tra i rondoni. La gratitudine emergerà poi, vecchio, come un ricordo di contentezza assoluta.

Un pomeriggio di persecuzioni ad un pallone in una cava di tufo, in una spianata d'argilla, su una strada asfaltata. A definirne i confini: delle giacche per terra. Niente braccia profumate ad accogliere il suo corpo sudato e pieno di polvere. Solo una vecchia fontana di ghisa alla portata del suo capo inclinato, l'appagamento di un'arsura e la battaglia di schizzi di anatroccolo tra dispettosi anatroccoli. La libertà lo assalirà sempre più avanti, come un ricordo di ginocchia sbucciate.

Una mattina (o pomeriggio?) di primavera (o autunno?) dopo assalti incruenti e languidi umori, con addosso un profumo che non è il suo. Che ora è? Nessuna, una qualsiasi. Una presenza, vicinissima, al di qua della pelle. Il rubinetto della cucina: lasciala scorrere! Sorsate golose a prolungare quel senso di marea che sale e scende dentro le vene. E poi ruotando il capo come un colombo, si gira a chiedersi se è proprio tutto vero, ed un indimenticabile fresco sorriso a silenziosa riprova e futuro rimpianto.

Una intera giornata feriale di corsa ad inseguire progetti, aspettative, responsabilità. E la testa che gira veloce, la schiena che duole. La sua pace in un piccolo cono di carta, e quelle gocce che rinfrancano, mentre vicino il serbatoio ribolle. Fa' presto! Ruba due chiacchiere a quelle due belle gambe! Gli occhi distratti solo per un attimo e poi rivolti agli altri indaffarati gabbiani del porto. Questo momento ricorrerà come il rinnovo della carta d'identità

Una domenica mattina ad un parco, una donna e la condivisione di un interesse. Un piccolo bimbo che corre inseguendo pensieri davvero semplici come sorprendenti aquiloni. Gli si accosta premuroso e il bimbo gira vorticosamente intorno a lui con una pretesa di attenzione. Lo fa bere tenendogli aperto il rubinetto della fontana, poi beve lui. Lo terrà sulle spalle ad offrirgli un punto di vista più elevato, un vetta da cui spiccare il volo più agevolmente. Qui la fantasia lo accompagna come un disegno.

Un venerdì sera d'inverno, su un campo di mateco e la voglia di trattenere con sé quella forza e quella folle energia che sono amanti volubili. Il timore dei falchi lo traveste da falco. Si muove veloce ma conosce il pericolo dell'inopinato schianto. La sete è insaziabile come la voracità dei piccioni che si contendono il pasto. Un giovane falco amico gli regala una meraviglia. Si chiede come da un piccione sia potuto nascere un falco. Questo pensiero lo disseta come un sogno. D'immortalità.

Un giorno come un altro sull'angolo di una panchina. Non troppo spazio, un respiro che non vuole disturbare le orecchie di nessuno. Vede mamme serene, agitate, ma tutte profumate. Stormi di rondoni. Guarda gli anatroccoli nello stagno. Ripensa ai gabbiani e al mare lontano. Pensa con rimpianto ai falchi e persino ai piccioni. Ha sete. Si alza per andare a bere. C'è la fila: aspetta. Lo farà per ultimo. A meno che qualcuno non si corrompa in una gentilezza. Questa è la speranza, ultima compagna, in un mare sterminato e calmo.

Se la morte è come perdere la propria tensione superficiale, voglio essere una goccia che cade in un piccolo stagno. Ché non si addicono a me le grandi imprese; ché poi mi confondo…

Parma, con la primavera fuori e dentro 2011

Mauro Carrera

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