Mostra su Altana alla ex Centrale elettrica di Ozieri
OZIERI. Una risposta così non se l'aspettavano nemmeno gli organizzatori, probabilmente. Quasi duemila presenze in poco più di un mese. Che per un pittore noto ai collezionisti ma sconosciuto al grande pubblico non è poco.
Per questo il Comune di Ozieri e l'Istituzione San Michele, che gestisce i servizi culturali, hanno deciso di prolungare la mostra antologica su Giuseppe Altana, l'artista sardo-piemontese morto a Ozieri 35 anni fa.
La mostra. Ci sarà tutto il mese di febbraio per vedere le cento opere dell'artista raccolte dall'architetto Michele Calaresu, che ha curato il primo catalogo ragionato della mostra (160 pagine, 190 illustrazioni). Negli spazi della ex Centrale elettrica c'è quasi tutto il percorso personale di Altana, dagli anni della formazione accademica alla Scuola delle arti di Torino, fino al periodo più fortunato del primo ventennio del Novecento. Dipinti, disegni, xilografie, manifesti pubblicitari e sculture, che attraversano 70 anni di creatività di un pittore che fu «regionalistico dal punto di vista dei soggetti rappresentati, ma pienamente europeo nello stile e nella formazione». Questa la sintesi del curatore, Michele Calaresu.
«Personalmente preferisco le creazioni degli anni '50 – aggiunge il presidente dell'Istituzione San Michele, Mario Lai -, ma il significato di questa mostra è un altro. E cioè che siamo riusciti a far conoscere al grande pubblico un pittore finora appartenuto solo agli esperti. Le opere censite sono circa cinquecento – aggiunge Lai -. Per questo stiamo contattando i collezionisti di tutta Italia, per creare una raccolta completa e un secondo catalogo utili anche per stabilire l'autenticità delle opere».
L'artista. Giuseppe Altana (Torino 1886 - Ozieri 1975) era figlio dell'avvocato ozierese Antonio e della nobile piemontese Serafina Taverna. Nato a Torino, visse in Sardegna parte dell'infanzia e a 24 anni si trasferì di nuovo nel capoluogo alpino per frequentare la Reale accademia albertina di Belle arti. Diplomandosi nel 1913, decise definitivamente di rientrare ad Ozieri dopo alcuni anni di attività in Piemonte. In Sardegna aderì al movimento secessionista e partecipò a moltissime mostre. Dall'accademia ereditò lo stile verista venato di romanticismo, ma preferì le vedute rurali e i paesaggi del Nord dell'Isola.
La struttura. Oggi il lavoro di Altana ritorna a disposizione del pubblico all'interno della ex Centrale elettrica, la prima in Sardegna, costruita a cavallo tra l'800 e i primi del '900. L'edificio fu edificato dalla Società anonima Industriale Logudoro, che con l'energia elettrica intendeva alimentare un mulino e illuminare le abitazioni. Il 18 marzo del 1907, La Nuova Sardegna descrisse così l'entrata in funzione dell'impianto di illuminazione pubblica alimentato dalla Centrale: «Ieri sera alle ore otto precise avemmo l'inaugurazione della luce elettrica. Piazza Cantareddu, le vie Sa Ena, Su Granitu, Badde e Umberto I erano gremite di una folla plaudente di migliaia di persone. Fu uno spettacolo straordinario che durò fino alla mezzanotte. Evviva Ozieri».
Per questo il Comune di Ozieri e l'Istituzione San Michele, che gestisce i servizi culturali, hanno deciso di prolungare la mostra antologica su Giuseppe Altana, l'artista sardo-piemontese morto a Ozieri 35 anni fa.
La mostra. Ci sarà tutto il mese di febbraio per vedere le cento opere dell'artista raccolte dall'architetto Michele Calaresu, che ha curato il primo catalogo ragionato della mostra (160 pagine, 190 illustrazioni). Negli spazi della ex Centrale elettrica c'è quasi tutto il percorso personale di Altana, dagli anni della formazione accademica alla Scuola delle arti di Torino, fino al periodo più fortunato del primo ventennio del Novecento. Dipinti, disegni, xilografie, manifesti pubblicitari e sculture, che attraversano 70 anni di creatività di un pittore che fu «regionalistico dal punto di vista dei soggetti rappresentati, ma pienamente europeo nello stile e nella formazione». Questa la sintesi del curatore, Michele Calaresu.
«Personalmente preferisco le creazioni degli anni '50 – aggiunge il presidente dell'Istituzione San Michele, Mario Lai -, ma il significato di questa mostra è un altro. E cioè che siamo riusciti a far conoscere al grande pubblico un pittore finora appartenuto solo agli esperti. Le opere censite sono circa cinquecento – aggiunge Lai -. Per questo stiamo contattando i collezionisti di tutta Italia, per creare una raccolta completa e un secondo catalogo utili anche per stabilire l'autenticità delle opere».
L'artista. Giuseppe Altana (Torino 1886 - Ozieri 1975) era figlio dell'avvocato ozierese Antonio e della nobile piemontese Serafina Taverna. Nato a Torino, visse in Sardegna parte dell'infanzia e a 24 anni si trasferì di nuovo nel capoluogo alpino per frequentare la Reale accademia albertina di Belle arti. Diplomandosi nel 1913, decise definitivamente di rientrare ad Ozieri dopo alcuni anni di attività in Piemonte. In Sardegna aderì al movimento secessionista e partecipò a moltissime mostre. Dall'accademia ereditò lo stile verista venato di romanticismo, ma preferì le vedute rurali e i paesaggi del Nord dell'Isola.
La struttura. Oggi il lavoro di Altana ritorna a disposizione del pubblico all'interno della ex Centrale elettrica, la prima in Sardegna, costruita a cavallo tra l'800 e i primi del '900. L'edificio fu edificato dalla Società anonima Industriale Logudoro, che con l'energia elettrica intendeva alimentare un mulino e illuminare le abitazioni. Il 18 marzo del 1907, La Nuova Sardegna descrisse così l'entrata in funzione dell'impianto di illuminazione pubblica alimentato dalla Centrale: «Ieri sera alle ore otto precise avemmo l'inaugurazione della luce elettrica. Piazza Cantareddu, le vie Sa Ena, Su Granitu, Badde e Umberto I erano gremite di una folla plaudente di migliaia di persone. Fu uno spettacolo straordinario che durò fino alla mezzanotte. Evviva Ozieri».
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