Il 15 maggio 2011 a Gubbio (Perugia) -
Il cuore verde d'Italia è la piccola e meravigliosa Umbria, fra borghi arroccati, scorci incantevoli e tradizioni antiche: per esempio la "Festa dei ceri" dell'antica Gubbio, città di pietre grigie adagiata sul fianco del monte Ingino.
Una delle più suggestive tradizioni di questo pittoresco borgo si celebra ogni anno il 15 maggio. Si narra che nel 1160, per la morte del patrono Sant'Ubaldo, il popolo egubino salì in processione verso la Basilica sul monte con torce e candele accese.
Le torce si sono poi trasformate in giganteschi macchinari lignei con in cima le statue dei tre Santi protettori delle corporazioni. La festa, o meglio, Corsa dei Ceri, quindi, sarebbe una trasposizione di quell'avvenimento che così tanto aveva toccato gli animi degli egubini.
Partecipare oggi all'evento è emotivamente coinvolgente. La rigida coreografia dello spettacolo è studiata per mesi dai "ceraioli", che devono correre in mezzo alla folla, tra le stradine impervie e su per i tornanti del monte senza mai fermarsi, dandosi il cambio in rapide ed eleganti volate senza far tentennare i 300 kg che hanno sulle spalle.
L'atmosfera è esplosiva, la marea della gente si sposta improvvisamente come in un'onda per far passare la pazza corsa dei ceraioli nelle improvvise "mute", rimanendo con il fiato sospeso quando li vede voltare il vicolo in un turbinio di colori, luci e movimenti … fino al rientro in basilica.
La conclusione del rito prevede che il vincitore non sia il primo che arriva in chiesa (non muta difatti l'ordine di partenza, con Sant'Ubaldo in testa): è invece premiata l'abilità mostrata nel portare correndo il cero.
Una festa da non perdere in una città incantevole: si può guardare le luci della folle corsa dall'alto, per poi ridiscendere con la funivia e concludere il viaggio nel tempo con un pezzo di crescia, il particolare pane cotto su lastra di pietra che, accompagnata dalla salsiccia, regala un sapore indimenticabile quanto quello della festa.
Il cuore verde d'Italia è la piccola e meravigliosa Umbria, fra borghi arroccati, scorci incantevoli e tradizioni antiche: per esempio la "Festa dei ceri" dell'antica Gubbio, città di pietre grigie adagiata sul fianco del monte Ingino.
Una delle più suggestive tradizioni di questo pittoresco borgo si celebra ogni anno il 15 maggio. Si narra che nel 1160, per la morte del patrono Sant'Ubaldo, il popolo egubino salì in processione verso la Basilica sul monte con torce e candele accese.
Le torce si sono poi trasformate in giganteschi macchinari lignei con in cima le statue dei tre Santi protettori delle corporazioni. La festa, o meglio, Corsa dei Ceri, quindi, sarebbe una trasposizione di quell'avvenimento che così tanto aveva toccato gli animi degli egubini.
Partecipare oggi all'evento è emotivamente coinvolgente. La rigida coreografia dello spettacolo è studiata per mesi dai "ceraioli", che devono correre in mezzo alla folla, tra le stradine impervie e su per i tornanti del monte senza mai fermarsi, dandosi il cambio in rapide ed eleganti volate senza far tentennare i 300 kg che hanno sulle spalle.
L'atmosfera è esplosiva, la marea della gente si sposta improvvisamente come in un'onda per far passare la pazza corsa dei ceraioli nelle improvvise "mute", rimanendo con il fiato sospeso quando li vede voltare il vicolo in un turbinio di colori, luci e movimenti … fino al rientro in basilica.
La conclusione del rito prevede che il vincitore non sia il primo che arriva in chiesa (non muta difatti l'ordine di partenza, con Sant'Ubaldo in testa): è invece premiata l'abilità mostrata nel portare correndo il cero.
Una festa da non perdere in una città incantevole: si può guardare le luci della folle corsa dall'alto, per poi ridiscendere con la funivia e concludere il viaggio nel tempo con un pezzo di crescia, il particolare pane cotto su lastra di pietra che, accompagnata dalla salsiccia, regala un sapore indimenticabile quanto quello della festa.
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