David Simpson
“INTERFERENCE PAINTINGS 2002-2010”
dal 19 ottobre al 2 dicembre 2011
inaugurazione martedì 18 ottobre 2011 h. 18,30
a cura di Marco Meneguzzo
Con l’inaugurazione della prima personale a Roma di David Simpson inizia l’autunno in arte della Galleria di Giacomo Guidi.
Ancora una volta Giacomo Guidi ha fatto una scelta che punta alla qualità e ai grandi nomi dell’arte internazionale, dopo Barry ecco quindi un altro grande protagonista dell’arte concettuale americana che si affaccia sul Tevere.
Nella galleria romana l’artista americano, presente nelle più sofisticate collezioni pubbliche e private internazionali, offre allo spettatore una serie delle sue famose “Interferences”, in questa occasione datate dal 2002 al 2010.
Simpson, famoso nell’ambito della pittura astratta sin dagli anni Cinquanta, ha partecipato a mostre memorabili, come “Post Painterly Abstraction”, curata nel 1964 da Clement Greenberg al County Museum of Contemporary Art di Los Angeles,con la sua tipica astrazione derivata allora dal paesaggio, che nel corso degli anni Settanta diventa sempre più essenziale. Ma è con la fine degli anni Ottanta che nascono le “Inteferences”, le pitture monocrome, che, grazie a un artificio tecnico, subiscono e restituiscono le “interferenze” dell’occhio, della luce, della mente.
Con l’inserimento, all’interno del colore acrilico, di cristalli di mica – e con il mixaggio sapiente dei colori complementari, spesso addizionati di acrilico nero – Simpson ottiene infatti effetti ottici cangianti sulle superfici dipinte: il monocromo diventa così un “campo” di sensazioni, sempre differente, sempre variabile ad ogni minima “interferenza” esterna, stabilendo così una relazione intima, indissolubile ed essenziale tra opera e realtà, tra dentro e fuori, tra “vista” e “visto”. Ciò che di primo acchito sembra un silenzioso esempio di quella pittura tanto analitica da risultare autoreferente, è invece il territorio silenzioso e profondo dello scambio, della relazione, dell’incontro.
È nato a Pasadena nel 1928; vive a Berkeley, Usa.
Fin dagli anni Cinquanta è stato protagonista della vita artistica del Museum of Modern Art di New York; fece parte di alcune mostre collettive storiche, tra cui la famosa Post Painterly Abstraction curata dal critico Clement Greenberg.
Il suo modo di dipingere per campiture piatte è nato in un'atmosfera vicina a quella dell'espressionismo astratto americano. Diversamente da quanto accadeva per quel movimento, però, Simpson non desidera esprimere uno stato d'animo individuale, quanto riferirsi alla percezione della natura ed eventualmente dei suoi riflessi spirituali in noi.
Cambia il suo stile in modo radicale nel 1987, quando un nuovo colore acrilico, composto di titanio biossido rivestito di particole di mica, lo ha condotto a dipingere monocromi. Come la luce naturale, infatti, questo colore risulta iridescente e cangiante: chi lo guarda passandogli davanti lo vede cambiare anche radicalmente. In questo senso, il primo amore dell'artista per il paesaggio non è smentito ma anzi accentuato dallo sviluppo che il suo lavoro ha avuto nella maturità: lo spettatore viene a trovarsi come in un film accelerato a frammenti di immagini sui mutamenti che il sole, la luna, le stagioni e il variare delle condizioni atmosferiche impongono a tutte le cose
"Voglio che i miei quadri creino lo spazio: voglio creare lo spazio senza prenderlo, e di essere contemplativi nella loro apparente semplicità e apertura.".
-David Simpson
Marco Meneguzzo.
Dal 2000 tiene la cattedra di “Museologia e gestione dei sistemi espositivi” presso
l’Accademia di Brera.
E’ stato tra i commissari della Quadriennale di Roma del 1986.
E’ stato invitato a curare una sezione della Biennale di Venezia del 1993.
E’ direttore artistico del MAPP, Museo d’Arte Paolo Pini di Milano.
Ha curato settimanalmente la pagina d’arte del giornale via internet “E-Day”, dedicata alla
selezione e al commento delle mostre d’arte in Italia.
E’ stato consulente per la fiera d’arte “Napoliartecontemporanea” (ed.1997).
E’ stato consulente per la fiera internazionale d’arte contemporanea di Milano - MIART - (ed.1998
e 2004).
-E’ guest curator presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, per ha organizzato (settembre
2005) la grande mostra di apertura su “La scultura italiana del XX secolo”.
-Ha collaborato per l’allestimento e la curatela di mostre (vedi seguito) dal 1982 ad oggi al
Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (PAC).
-E’ giornalista pubblicista: ha collaborato a numerose riviste specializzate d’arte e di cultura, come
“Alfabeta”, “Contemporanea”, “Flash Art”. Attualmente collabora continuativamente alla pagina
d’arte del quotidiano “Avvenire”, alle riviste d’arte “Arte” e “Tema Celeste”, alla rivista
d’architettura “Abitare”, alla rivista di moda “Mood”, ai periodici legati alla testata “Vogue Italia” e
alla rivista “Artforum” (la più prestigiosa rivista d’arte mondiale, edita a New York).
-E’ nel nuovo comitato per la salvaguardia e la creazione di un catalogo generale dell’opera di
Mario Schifano (comitato costituito dai legittimi eredi nel 2004).
-Esercita la professione di critico d’arte come “free lance”, organizzando mostre d’arte
contemporanea e moderna, e pubblicando saggi inerenti soprattutto il sistema dell’arte
contemporanea.
Dall' 19 ottobre al 9 dicembre 2011
apertura da martedì a sabato 11.00-13.00/16.00-20.00
Vicolo Sant' Onofrio, 22, 23
00165 Roma
06 96043003 393 8059116
www.giacomoguidi.it
d.cappiello@giacomoguidi.it
ufficio stampa
06 5815223 3926323491
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