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Joan Mirò in mostra al Forte di Bard

Joan Mirò in mostra al Forte di Bard dal 18 maggio

Dal 18 maggio al 1 novembre negli spazi del Forte di Bard, in Valle d'Aosta, sarà allestita la mostra "Joan Mirò, Poème", curata da Sylvie Forestier, con il contributo organizzativo di Isabelle Maeght e Gabriele Accornero.
Centottantotto opere tra oli, sculture, disegni, incisioni, litografie grafiche, ceramiche, libri illustrati, un makemono, un immenso arazzo e la moquette per la ceramica murale dell'Unesco di Parigi, per un itinerario espositivo di straordinario valore. Un percorso, realizzato grazie alla concessione della Fondazione Maeght di Saint-Paul-de-Vence, che non segue un ordine cronologico per mettere in risalto le molteplici sfaccettature di un artista unico. Realizzate fra il 1947 e il 1980, le opere esposte testimoniano il sodalizio non solo artistico tra Mirò e il suo gallerista, Aimé Maeght, incontrato a Parigi nel 1947. I due uomini sono legati da una profonda amicizia che vede i suoi frutti nella nascita della Fondazione Maeght, inaugurata nel 1964, per la quale l'artista creerà delle sculture e delle ceramiche monumentali che ornano il giardino, Il Labirinto.

"Naissance du Jour I, II, e III", "Femme Oiseau I e II", e "Vol d'Oiseau à la première étincelle de l'aube" sono solo alcuni degli straordinari oli su tela in mostra accanto a lavori di forte impatto cromatico come "Poéme e Le Chant de la prairie". E "Monument", bronzo monumentale affiancato alla ceramica "L'Oeuf de Mammouth", opera simbolo di uno dei più vecchi miti dell'umanità, quello dell'origine del mondo.
Creazioni eterogenee che sottolineano l'abilità di Mirò di tradurre in diverse tecniche e stili un'arte che è frutto di suggestioni e ispirazioni inedite: l'immagine di una donna, una stella, il cielo, le costellazioni, il sole, la luna, il tutto reso con quell'espressività, sensibilità e libertà tipica della produzione dell'artista catalano. Mirò il mirabolante, come lo definisce il suo amico poeta Robert Desnos, perché, come afferma l'artista stesso, «il quadro deve essere fecondo, deve far nascere un mondo. Che si vedano fiori, personaggi, cavalli, poco importa, purché riveli un mondo, qualcosa di vivo».

Valentina De Simone
newnotizie

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